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ImgPARLARNE A SCUOLA

Perché

Quando un bambino, una bambina, un ragazzo o una ragazza ha il diabete una domanda importante che si pongono insegnanti e genitori è se parlarne in classe, con gli amici, con i compagni di sport. La risposta, spontanea, è sì parliamone, perché parlare del proprio diabete presenta tutta una serie di aspetti positivi e nessuno negativo.

La conoscenza di una situazione ci porta ad essere liberi sia come soggetto con diabete sia come amico/ compagno. Molte delle paure di “essere presi in giro” cadono quando si parla serenamente e chiaramente, anche perché, molto spesso, la presa in giro, quando non è scherzo affettuoso, nasce dall’ignoranza dei fatti e della situazione, ignoranza che crea immaginari di paura e non conoscenza dai quali ci si difende con lo scherzo crudele per esorcizzarli.

Avere il diabete è una condizione, a volte faticosa, ma che non inficia nessuna possibilità di cogliere tutte le opportunità che la vita può offrire. In questa ottica avere il diabete rientra nella “normalità” di una situazione scolastica che accogliendo tutti i bambini e i ragazzi accoglie anche tutti i loro problemi, difficoltà, capacità, modi di essere, cercando di offrire loro spazi di crescita propri di tutti e di ciascuno.

Se analizziamo una classe, presa a caso, vedremo che in essa sono presenti molteplici diversità che vanno dagli aspetti fisici (statura, peso, portare gli apparecchi ai denti) alle allergie, dal disagio emotivo e comportamentale alle difficoltà psico-cognitive, dal bisogno di essere rispettati nei propri valori etnico-religiosi all’essere compresi e accolti nel tempo di apprendimento e nelle proprie capacità, dall’aver bisogno di incoraggiamento all’ottenere stimoli adeguati alla propria curiosità e intelligenza.

La riflessione e la comprensione di questo essere diversi, non solo di una diversità inter-razziale, ma anche e soprattutto di una diversità intra-razziale porta alla comprensione che il mio essere è diverso da quello di un altro. I miei bisogni sono diversi dai suoi, e che possiamo accettarci in questa diversità senza sentirci soli. Si scopre l’altro come punto di una rete di solidarietà che coinvolge tutti. Il gruppo diventa supporto emotivo, a volte controllo e contenimento, soprattutto nell’età della scuola dell’infanzia e della scuola primaria quando l’amicizia nel gruppo dei pari è più diffusa e meno esclusiva; l’amico del cuore comincia a scoprirsi adesso, ma tutti partecipano empaticamente alla vita dei compagni.

Il parlarne a scuola, come pure nella squadra e/o con gli amici aiuta a sperimentare la relazione di accettazione e di fiducia in se stessi e nell’altro, a sentirsi più sicuri, perché c’è qualcuno che “sta con me”.

Le modalità di discussione e di conoscenza hanno, ovviamente, livelli e tempi di approfondimento diversi a seconda dell’età, la mappa che qui di seguito si offre come guida per interventi nell’ambito scolastico non dice quali metodologie adottare, queste sono lasciate alla competenza didattica e alla sensibilità degli insegnanti, che sapranno creare il clima adatto a coinvolgere la classe. Non tutti i punti della mappa devono o possono essere sviluppati, essa è solo una traccia di discussione che gli insegnanti adatteranno alle esigenze dell’alunno con diabete e della classe, per far conoscere il diabete e farlo vivere da tutti con serenità. Questo scopo può essere raggiunto con uno o due interventi, così come con più interventi, dipende da come si vuole ampliare l’argomento inserendole nel contesto delle diversità esistenti in classe, e nella eventuale scelta di un intervento interdisciplinare nelle scuole secondarie.

L’esperienza che riportiamo, vissuta in una classe di scuola dell’infanzia è durata quasi un anno, ovviamente non tutti i giorni, e ha interessato solo i punti della mappa adatti a bambini così piccoli, andando a esplorare le diversità esterne, visibili e toccabili con mano, la differenze interne che si possono cogliere, non sempre nell’altro, ma in se stessi scoprendosi capaci di fare, infine nella scoperta del proprio corpo e di cos’è il diabete che ha la propria compagna di classe.

DOCUMENTI ALLEGATI